Si è tenuta giovedì 4 settembre 2019 la conferenza stampa indetta dalla Fondazione Teatro Grande di Brescia, durante la quele è stata annunciata la conclusione dell’intervento di restauro conservativo sul Ridotto del Teatro Grande.
All’attività di spettacolo, la Fondazione del Teatro Grande affianca da sempre l’impegno nella conservazione e nella valorizzazione degli spazi storici del Teatro nell’obiettivo di attuare una intelligente conservazione preventiva del monumento. L’obiettivo della Fondazione è infatti quello di rendere sempre più accessibile e mantenere in “buona salute” un edificio che, oltre ad essere luogo di spettacolo, è anche un monumento nazionale da più di 100 anni, strettamente legato alla storia della città e tappa imperdibile dell’intera Regione Lombardia.
Iniziato nel 2013, il recupero dello storico foyer del Teatro Grande è stato suddiviso in tre grandi lotti, l’ultimo dei quali ha preso avvio a gennaio 2017 per terminare alla fine di agosto 2019. Oggetto di questa tranche conclusiva sono stati il completamento del restauro dei dipinti murali e degli stucchi delle pareti del Ridotto e della loggia del piano primo.
In continuo confronto con la Soprintendenza Archologia, Belle Arti e Paesaggio di Brescia, è proseguito il lavoro di recupero della tavolozza settecentesca originaria, svestendo con un accurato descialbo le superfici dagli strati di colore del Tagliaferri. Nella loggia sono state riportate in luce le superfici dipinte di pareti e soffitto non più visibili dopo le tinteggiature e manutenzioni del dopoguerra. Tutte le superfici affrescate, dopo la fase di descialbo, si presentavano in avanzato stato di degrado, pertanto si sono rivelate molto articolate e complesse le successive fasi di consolidamento, pulitura e stuccatura delle lacune.
Un intervento importante, quindi, che la Fondazione del Teatro Grande ha condiviso passo passo con l’Accademia SantaGiulia a cui è stato affidato l’intero progetto grazie a un accordo quadro sottoscritto con il Gruppo Foppa. Convinzione di entrambe le prestigiose realtà cittadine è stato sin dall’inizio il desiderio che il Ridotto potesse trasformarsi anche in uno spazio di formazione per giovani restauratori, e così è stato: gli studenti del quarto e quinto anno del corso di Restauro hanno operato in un vero e proprio Cantiere-Scuola, guidati nelle fasi pratico-metodologiche dalla Prof.ssa Elisa Pedretti e dal Prof. Alberto Fontanini, con i tutor, Maria Grazia Marchesini e Laura Cotelli.
Il restauro del Ridotto si è completato con altri due preziosi interventi minori: il recupero delle balaustre del piano primo e il recupero delle porte del Caffè del Teatro Grande.
Al termine dei lavori, si contano circa 1000 mq di superficie recuperati con un risultato straordinario che restituisce finalmente all’antico splendore una delle meraviglie artistiche della città, tra le poche testimonianze italiane di pittura rococò veneziana applicata a una struttura teatrale.
Il restauro del Ridotto sarà per tutti una nuova occasione di visita al Teatro Grande. In questi anni la Fondazione ha avviato infatti – parallelamente all’attività di spettacolo – un importante progetto di turismo culturalevolto a valorizzare le potenzialità del Teatro nella sua veste di monumento storico. Questo progetto ha reso il Massimo cittadino uno tra i luoghi più visitati della città e ha avvicinato sia i turisti sia una buona parte degli abitanti del territorio che solitamente non frequentano il Teatro. A questo sviluppo hanno contribuito in modo significativo le aperture straordinarie del Ridotto nei fine settimana: oltre 200.000 visitatori (spettatori esclusi) ne hanno varcato negli ultimi sette anni le soglie per le sole giornate di apertura straordinaria (sabato e domenica dalle 10.00 alle 20.00) e nel 2018 l’incremento rispetto all’anno precedente è stato del 44% con circa 32.000 presenze per soli 57 giorni di apertura, a testimonianza della incredibile potenzialità e attrattività turistica del Teatro Grande. Il completamento del restauro – che ha goduto anche di un contributo della Regione Lombardia e del Comune di Brescia attraverso il bando regionale Cult City – costituisce un eccellente esempio bresciano di collaborazione privato/pubblico destinata alla valorizzazione di una storia e di un presente per l’intera comunità bresciana.
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